Ricerca: la buona, la cattiva, l’inutile
Messaggi chiave
- La ricerca inutile rappresenta una perdita di tempo, di energie, di soldi e di altre risorse; inoltre non è etica ed è potenzialmente dannosa per i pazienti
- Bisognerebbe realizzare nuova ricerca solo se una revisione aggiornata di precedenti studi mostrasse che tale ricerca è necessaria, e solo dopo averla registrata
- Le prove derivanti dalla nuova ricerca dovrebbero essere usate per aggiornare le precedenti revisioni di tutte le prove rilevanti
- Molta ricerca è di qualità scadente e viene condotta per motivi contestabili
- L’industria e i centri accademici hanno importanti responsabilità nella distorsione dell’agenda della ricerca
- Spesso non vengono affrontate domande che interessano i pazienti
Introduzione
Nelle sezioni precedenti abbiamo sottolineato le ragioni per cui le sperimentazioni debbano essere disegnate in modo appropriato e rispondere a domande importanti per i pazienti e il pubblico. Quando ciò accade, ognuno di noi può essere fiero e soddisfatto dei risultati, anche quando gli effetti sperati non si siano realizzati, in quanto saranno stati fatti importanti passi in avanti, riducendo le incertezze presenti.
Sebbene molta ricerca clinica sia ben realizzata – e sia in costante miglioramento poiché si attiene ai migliori standard di disegno e di presentazione dei risultati degli studi – continua ad essere condotta e pubblicata anche ricerca inutile o malfatta. E per quanto riguarda la richiesta ricorrente secondo cui “è necessario fare nuova ricerca”, va detto che una migliore strategia sarebbe quella di fare meno ricerca, focalizzandola però maggiormente sulle esigenze dei pazienti, in modo che sia realizzata per le ragioni giuste. Questi sono gli argomenti che saranno analizzati in questa sezione.