Aiutare le persone a rimanere nei trattamenti assegnati

Le differenze tra trattamenti assegnati e trattamenti realmente seguiti durante i confronti di trattamenti possono verificarsi in diversi modi e possono complicare l’interpretazione dei risultati delle sperimentazioni.

Ai partecipanti alla ricerca non dovrebbero essere negati i trattamenti necessari. Quando un nuovo trattamento che si spera abbia effetti benefici, non provati, viene studiato in una corretta sperimentazione, i pazienti che partecipano devono essere assicurati che riceveranno comunque tutti i trattamenti di provata efficacia.

Se le persone (medici, pazienti…) sanno chi sta prendendo cosa all’interno di uno studio, possono verificarsi diversi errori sistematici. Uno di questi è che i pazienti e i medici possono avere la sensazione che le persone assegnate ai “nuovi” trattamenti siano state fortunate e questo può portarli inconsapevolmente a esagerarne i benefici. D’altro lato, i pazienti e i medici possono pensare che sia ingiusto che le altre persone siano assegnate ai “vecchi trattamenti” e questo disappunto può portarli a sottostimare qualsiasi effetto positivo.

Sapere a quale trattamento sono assegnati i pazienti può portare i medici a dare trattamenti o cure extra ai pazienti assegnati ai vecchi trattamenti, per compensare il fatto che non ricevono il trattamento più nuovo, anche se non provato.

Fornire tali trattamenti in più ai pazienti di uno dei gruppi a confronto, senza fornirli all’altro gruppo, complica la valutazione del nuovo trattamento e rischia di rendere il confronto scorretto e i risultati confondenti. Un modo per ridurre le differenze nel confronto tra il trattamento standard e quello nuovo è cercare di rendere il nuovo trattamento e quello standard uguali per aspetto, sapore, odore.

Questo è quello che viene fatto quando un trattamento che si spera abbia effetti benefici è confrontato con un trattamento senza principio attivo (un trattamento falso, in inglese sham, o placebo) che viene preparato per essere simile al trattamento “reale” nell’aspetto, nell’odore, nel sapore e al tatto. Questo processo è chiamato “rendere cieco”, o “mascherare”.

Se si può ottenere questo “mascheramento” (e ci sono molte circostanze in cui non è possibile) i pazienti nei due gruppi a confronto tenderanno a essere diversi in un solo aspetto – la loro assegnazione al nuovo trattamento o a quello senza principio attivo. In modo simile, sarà meno probabile che gli operatori sanitari che curano i pazienti siano capaci di dire se i loro pazienti hanno ricevuto il nuovo trattamento oppure no. Se né i medici né i pazienti sanno quale trattamento viene dato, lo studio si chiama “doppio cieco”.

Come risultato, i pazienti nei due gruppi a confronto saranno motivati in modo simile a stare nel gruppo a cui erano stati assegnati ed è più probabile che i clinici che li curano li trattino tutti allo stesso modo.