Le domande importanti per i pazienti
Alcuni ricercatori di Bristol decisero di porre una questione fondamentale: “Fino a che punto le domande significative per i pazienti affetti da osteoartrosi del ginocchio e di cui anche i clinici si occupano, sono tenute in considerazione quando si pianifica la ricerca su questa malattia?”. [17]
Essi cominciarono con il formare quattro focus group costituiti rispettivamente da pazienti, reumatologi, fisioterapisti e medici di medicina generale. Questi gruppi furono unanimi nel dire chiaramente che non volevano mai più studi sponsorizzati da industrie farmaceutiche che confrontassero nuovi farmaci anti-infiammatori non steroidei (il gruppo di farmaci che comprende, ad esempio, l’ibuprofene) con un placebo.
Al posto degli studi sui farmaci, i partecipanti ai focus group volevano che si realizzassero valutazioni rigorose dell’efficacia della fisioterapia e della terapia chirurgica, delle strategie educative e di adattamento che potessero aiutare i pazienti a gestire con maggior successo questa malattia cronica, disabilitante e molto dolorosa. Ovviamente, questo genere di trattamenti e di assistenza sono meno interessanti da un punto di vista commerciale rispetto ai farmaci e per questo vengono spesso ignorati.
Quante altre aree della ricerca nel campo terapeutico, se valutate in questo modo, rivelerebbero un’incoerenza tra le domande che interessano i pazienti ed i clinici riguardo agli effetti dei trattamenti e quelle cui sono i ricercatori che cercano di trovare delle risposte? Purtroppo, quest’incoerenza sembra essere la prassi piuttosto che l’eccezione. [18, 19, 20, 21]
I piccoli cambiamenti nella formulazione dei farmaci raramente producono medicinali sostanzialmente innovativi, o di maggior efficacia, eppure questo tipo di studi domina la ricerca nel trattamento non solo dell’artrite ma anche di altre malattie croniche. Che spreco di risorse!