Le distorsioni dell’etica

“Se un clinico sperimenta una nuova terapia con l’idea di studiarla in maniera accurata, valutandone gli esiti e pubblicandone i risultati, allora sta facendo ricerca. Si pensa che i soggetti di una ricerca di questo tipo abbiano bisogno di una particolare protezione. Il protocollo della sperimentazione deve essere esaminato da un Institutional Review Board (IRB) [l’equivalente dei comitati etici per la ricerca in Europa]. Il modulo per il consenso informato viene esaminato accuratamente in tutti i particolari e la ricerca potrebbe anche non essere autorizzata.

D’altro canto, un clinico potrebbe provare ad utilizzare una nuova terapia senz’alcuna intenzione di avviare un progetto di ricerca, soltanto perché è convinto che sarà di beneficio ai suoi pazienti. In questa situazione, provare il nuovo trattamento non è di per sé far ricerca, non è necessaria l’approvazione dell’IRB e il consenso informato potrebbe essere ottenuto solo per proteggersi dal rischio di incorrere in una causa legale per cattiva pratica medica.

I pazienti coinvolti nella seconda situazione (di non ricerca) sono di fatto esposti ad un rischio molto più elevato rispetto a quelli della prima (che partecipano a una ricerca clinica). Peraltro, nel primo caso, i clinici sembrano più rispettosi dei principi di comportamento etico. I medici che stanno conducendo una ricerca clinica stanno valutando una terapia, mentre gli altri stanno usando il trattamento sulla base di loro convinzioni.

Tuttavia, poiché i codici etici che cercano di proteggere i pazienti si focalizzano in realtà sulla creazione di una conoscenza generalizzabile, finiscono per regolare la responsabilità degli sperimentatori ma non la mancanza di responsabilità di medici più spregiudicati”.

Lantos J. Ethical issues – how can we distinguish clinical research from innovative therapy? American Journal of Pediatric Hematology/Oncology 1994;16:72-75.